lunedì 29 marzo 2010

Amelia: riciclo creativo e arte topesca

Parlando con Ayse (che sa sempre tutto) ho scoperto che esiste il riciclo creativo. Praticamente alcuni artisti creano delle opere d'arte o degli oggetti per la casa utilizzando materiali recuperati, che altrimenti finirebbero nella spazzatura.
Ayse ha detto che sul web se ne trovano tante di idee di riciclo creativo.
Io e Ale allora ci siamo messi a cercare, e abbiamo trovato delle cose interessanti sul sito del Museo del Riciclo.


Questa si chiama "Fuga dal Pifferaio Magico" (di un artista che si chiama Davide Lazzarini) ed è realizzata con vecchi mouse. Sembra proprio la fuga dalla PMI!

Questa invece è il "Topologio" di Alice Leonardi, un orologio fatto con vecchi meccanismi e pezzi di biciclette.

E i topi non erano finiti, perché abbiamo trovato anche un Topopeloso


Insomma ci stavamo divertendo quando Zio Gatto si è messo a brontolare arrabbiatissimo perché in tutta questa galleria di animali non c'era neanche un felino, e Arjuna si è messo a squittire perché non c'erano topiturbanti.
Che noiosi!

In compenso abbiamo trovato questi gufi portapenne, di Silvia Bragagnolo, fatti con le bottiglie di coca-cola. Non sono fantastici?

sabato 27 marzo 2010

Ale: I rifiuti e la regola delle 4 R



Credo di avervelo già detto che i miei genitori sono ambientalisti.
Un ambientalista è una persona che pensa che l'ambiente in cui viviamo sia importante, e vada protetto. Papà dice che ormai non ci possono essere persone ambientaliste e non ambientaliste, tutti dovremmo fare qualcosa per l'ambiente in cui viviamo, perché stiamo tutti sullo stesso pianeta!


Per aiutarmi a ricordare cosa possiamo fare noi bambini per non inquinare papà mi ha spiegato la regola delle 4 R.

La prima R sta per RIDURRE:
Dobbiamo evitare di comprare cose inutili, preferire cose fatte con materiali naturali,biodegradabili o riciclati, che abbiano pochi imballaggi o meglio, che siano sfusi. Questo vuol dire per esempio che noi al supermercato compriamo le confezioni famiglia imballate con il cartone, i detersivi alla spina o con la ricarica, la frutta e la verdura non in busta.
Spegnamo sempre le luci quando usciamo da una stanza, non teniamo il rubinetto dell'acqua aperto se non serve, e usiamo le buste di stoffa per fare la spesa, per non sprecare i sacchetti di plastica.

La seconda R sta per RIUTILIZZARE
Noi a casa riutilizziamo tutto. I vestiti passano da un fratello all'altro, e anche i giocattoli. Mamma chiede sempre alle famiglie che hanno i figli grandi se può avere i loro libri per la biblioteca. E' bello sapere che un oggetto che non ti serve più ma che ancora funziona può servire a un'altra persona invece di finire in discarica. Noi poi utilizziamo le confezioni dei cereali, dello yogurt e anche le scatole di scarpe come contenitori per libri, penne e figurine.

La terza R sta per RIPARARE
Papà dice che ormai appena compriamo una cosa non vediamo l'ora che si rompa per poterne comprare subito un'altra. Le industrie se ne approfittano e costruiscono cose che si rompono subito, che sono difficili da riparare o i cui pezzi di ricambio costano più dell'oggetto nuovo. Lui cerca sempre di comprare cose che possono essere riparate, e mi sta insegnando come fare. E' molto divertente!

La quarta R sta per RICICLARE
Le cose che non possono essere riutilizzare o recuperate da noi possono essere riciclate da industrie che trasformeranno i vari materiali in tanti oggetti utili, evitando che i rifiuti finiscano nelle discariche. Per questo è importante separare i rifiuti a casa, separandoli in base al materiale di cui sono fatti: il vetro con il vetro, la plastica con la plastica, la carta con la carta.
Facile no?

martedì 23 marzo 2010

Zio Gatto: qualcuno vuole ascoltare anche me?

- Insomma, avrò un po' di voce in capitolo anch'io sì o no? Non è giusto approfittarsi di un vecchio zio solo perché ha difficoltà a scrivere sulla tastiera di un computer...(a proposito Amelia, potresti evitare di tirare su col naso mentre batti sui tasti? mi fai perdere il filo del discorso...)
- Senti zio...
- Shhhh! ora tocca a me parlare. Dunque, dove eravamo rimasti?
- Veramente zio, non avevi neanche cominciato...
- Ah già è vero...comunque quello che volevo dire è che in molti ...
- Molti?
- Beh, qualcuno...
- Qualcuno chi?
- Uffa Amelia, quanto sei petulante. I mie fan vogliono sapere qual è il segreto del mio stile...
- E qual è questo segreto?
- Innanzitutto il mio portamento, lo slancio delle zampe, il taglio raffinato dei miei splendidi gilè, senza dimenticare il mio dopopelo chaton n.5
- A proposito di pelo, zio, che mi dici del tuo ?
- Ma di che parli?
- Forse è meglio se ti guardi allo specchio...
- Allo specchio? ma ....miaoooooooow!



- Lo sapevo che era uno sbaglio asciugarmi con il phon!

martedì 16 marzo 2010

 AMELIA: SCORNAVACCA E LA MEFITICA ORZATA

Se dovessi diventare una giornalista, però, non vorrei assomigliare a Selvaggia, la nostra anchorwoman, perché è troppo fanatica, ma neanche a zia Giovanna.
Lei non è fanatica, ma è distratta in un modo veramente pericoloso.

E poi, se diventassi una giornalista e lavorassi a Telenotizia, mi toccherebbe avere come capo il commendator Scornavacca, che mi contringerebbe a bere ettolitri di orzata.


Lui adora l'orzata e la vuole fare bere a tutti, perché è un gran prepotente. Ogni volta che mi incontra nei corridoi di Telenotizia mi chiede: "E cosa offriamo a questa bella bambina?" E io "coca-cola" e lui "la coca-cola fa schifo" e io "allora un bicchiere di spuma" e lui "la spuma fa schifo" e io "allora la cedrata" e lui "no" e io "chinotto?" e lui "no, no, no, che ne diresti invece di un bel bicchiere di orzata?". "no, grazie" rispondo io, ma lui me la fa portare lo stesso.
La prima volta l'ho bevuta, per gentilezza. Però mi ha fatto così schifo che da allora ogni volta che me la offre aspetto che si giri dall'altra parte e la verso tutta nel vaso del ficus che sta davanti alla regia.
Nessuno mi ha mai scoperta, ma Ayse, che ha l'odorato fino, ogni volta che passa lì davanti dice "che strano odore che ha questo ficus....sembra quasi orzata" e poi mi fa l'occhiolino.
Secondo voi avrà capito qualcosa?

 AMELIA: TELENOTIZIA

Se c'è un posto che conosco bene, a parte la mia stanza, è il palazzo di Telenotizia.
E per forza, da quando sono nata ho passato più tempo lì che a scuola! La prima volta mi ci hanno portato che avevo pochi giorni, zero capelli in testa e l'espressione da ranocchio urlante (zia Giovanna veramente sostiene che ero bellissima, ma si sa che zia Giovanna ha un modo tutto suo di vedere le cose, da parte mia posso solo assicurarvi che mai e poi mai vi farò mai vedere le foto di quando ero neonata).
Ho imparato a gattonare tra i fili dello studio, e la prima volta che mi sono messa in piedi l'ho fatto aggrappandomi alla telecamera di Mario (no, mi dispiace, non posso ripetere quello che ha detto perché in questo blog sono vietate le parolacce).
A Telenotizia ho anche pronunciato la mia prima frase completa, ho detto "linea alla regia".

Zio Gatto dice che da grande potrei diventare una brava giornalista, dice che ho i numeri.
Io di questi numeri non so niente, a parte il fatto che ho imparato a contare fino a 10 prima di perdere la pazienza con lui e con la zia.
Però zio Gatto è un bravo giornalista, lo è anche adesso che è un gatto. Anche se adesso, quando andiamo a Telenotizia, lui è sembre ingrugnato. "Qui ad Abbatelesto non è più come una volta" continua a ripetere. Prima le notizie si davano per informare, ora invece, per far piacere ai potenti e ai prepotenti.
Beh, qui ad Abbatelesto, ovviamente. Spero che da voi non sia così.

lunedì 15 marzo 2010

 ALE:ANCHE SE MIO FRATELLO NON MIAGOLA E' LO STESSO UN GRAN ROMPISCATOLE

D'accordo, su questo ha ragione Amelia: nessuno a casa mia miagola e questo, lo ammetto, è almeno un lato positivo della faccenda.
Non crediate però che dividere la stanza con due fratelli (e la mamma addirittura con quattro) sia una cosa facile. Specialmente se i fratelli sono come i miei.
Ma andiamo con ordine.
Questa è una foto della mia famiglia:

Lo so che state pensando che sembrano simpatici e tranquilli.
Ecco, sembrano è la parola giusta. Non che non siano simpatici, perché a modo loro lo sono. Ma tranquilli...proprio no.
Mia mamma, Serena, fa la bibliotecaria ad Altopiglio, un paese vicino ad Abbatelesto, e ha una vera fissazione per le verdure. Penso che conosca almeno 500 ricette diverse, e le prova tutte regolarmente su di noi.
Papà di mestiere la mattina fa il biologo, e invece la sera scrive sul suo blog. Anche lui è fissato con le verdure.
I miei genitori sono entrambi ecologisti, che vuol dire che amano l'ambiente e vogliono proteggerlo.
Anche io amo l'ambiente, e molto. Quello che non amo sono le verdure: preferisco la cioccolata.
Comunque i miei genitori non sono così male, rispetto ad altri genitori che ho visto in giro.
Il vero problema sono i miei fratelli.
Matteo ha 14 anni ed è schifosamente perfetto. E' il tipo di fratello obbediente e responsabile, che va bene a scuola, è un campione in tutti gli sport, e piace alle ragazze. Lo odio.
Poi c'è Gio, che ha due anni meno di me ma si comporta come se fosse maggiorenne, e in più mi sta sempre attaccato alle costole, dovunque io vada. Un impiastro.
Penelope e Martina invece, beh, loro sono piccole, e poi almeno hanno una stanza per conto loro.

Che cosa? Volete sapere se non è almeno un po' divertente avere così tanti fratelli?
Forse qualche volta sì, azi spesso. Però vi assicuro che ci sono certi giorni che sogno di andare a vivere per conto mio.
Ma forse capita così a tutti, o no?

 AMELIA:LA MIA VITA CON GLI ZII

Io mi rivolgo a tutti quei bambini che sanno cosa vuol dire condividere la propria casa con creature strane e di difficile sopportazione.
Personalmente, sono un'esperta. Di creature strane, infatti, a casa ne ho ben due: zia Giovanna e zio Gatto.
Zia Giovanna è uno spasso. E' la persona più divertente che io conosca.

Certo, però , se soffrite il mal d'auto, evitate di farvi accompagnare in macchina a scuola, o da qualunque altra parte, perché poi vi ci vogliono un paio d'ore per riprendervi. E portatevi sempre un mazzo di chiavi nella tasca. Lei ha la pessima abitudine di perderle, o di chiudere la porta di casa lasciandovi dentro.

In quanto a zio Gatto, lui era strano già prima di essere un gatto.
Già come direttore del tg aveva le sue piccole manie. Per esempio era fissato con l'impero ottomano (e forse è per questo che è diventato un gatto d'angora turco) e con la grammatica. Anche adesso è fissato con la grammatica. Dice che sono pochi i giornalisti che al giorno d'oggi sanno usare bene la lingua italiana. A me quando dice "al giorno d'oggi" fa un po' ridere, però quando mi corregge l'ortografia tirando fuori gli artigli, la voglia di ridere mi passa subito.

Comunque, se anche voi a casa avete strane creature, fatemelo sapere.

Io adesso vi saluto, e passo la parola ad Ale, altrimenti si mangia tutta la cioccolata da solo.